Economia circolare

ECONOMIA CIRCOLARE

 

Secondo la Ellen MacArthur Foundation[1] l’espressione Economia Circolare definisce un sistema economico fondato su un modello di estrazione – produzione – consumo nel quale i flussi di materiali “biologici” vengono reintegrati nella biosfera e i flussi tecnici vengono continuamente valorizzati, preservandone il valore energetico ed economico, senza mai entrare nella biosfera. In questo sistema, dove i rifiuti vengono minimizzati, se non eliminati, in quanto reintegrati nel ciclo produttivo, l’utilizzo circolare delle risorse è una condizione essenziale per il disaccoppiamento fra sviluppo e prelievo di risorse naturali. (fonte: Ellen MacArthur Foundation, Delivering the circular economy a toolkit for policymakers, vol.1.1, 2015.)

I principi su cui si fonda il modello di economia circolare sono:

  1. progettare – senza – rifiuti e inquinamento (design out waste and pollution), in modo che beni e servizi siano pensati, prima, e realizzati, dopo, per essere circolari, eliminando sin dalla fase di progettazione i rifiuti e prevedendo la sostituzione dei materiali;
  2. mantenere in uso il più a lungo possibile i materiali e i prodotti (keep products and materials in use), promuovendo il riuso (dei prodotti finiti e/o dei loro componenti) e il “ricircolo”, ovvero la re-immissione nel sistema produttivo dei materiali;
  3. rigenerare i sistemi naturali (regenerate natural systems), grazie a una nuova agricoltura rigenerativa capace di tutelare il suolo e assicurare benefici per l’ambiente.

 

Il documento di inquadramento e di posizionamento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia” del 2017 è stato oggetto di revisione e aggiornamento nel 2021.

Prevedendo strumenti, indicatori e un piano di monitoraggio propedeutico di valutazione e misurazione dei progressi nel raggiungimento degli obiettivi, accanto alle aree di intervento tradizionali (quali imprese, soprattutto PMI, aree industriali e filiere produttive, città e territorio, cittadini – consumatori), sono state identificate nuove aree di intervento:

  • l’ecodesign dei prodotti
  • l’ecoprogettazione
  • la blue economy
  • la bioeconomia
  • le materie prime critiche.

La strategia comprende misure concrete riguardanti:

  • un nuovo sistema digitale di tracciabilitĂ  dei rifiuti che sosterrĂ  da un lato lo sviluppo del mercato secondario delle materie prime (fornendo un quadro chiaro dell’approvvigionamento di materie prime secondarie) dall’altro le autoritĂ  di controllo nella prevenzione e nella lotta alla gestione illegale dei rifiuti.
  • incentivi fiscali a sostegno delle attivitĂ  di riciclaggio e dell’utilizzo di materie prime secondarie;
  • una revisione del sistema di tassazione ambientale dei rifiuti al fine di rendere il riciclaggio piĂą conveniente della messa in discarica;
  • diritto al riutilizzo e alla riparazione;
  • riforma del sistema EPR (Extended Producer Responsibility) e dei consorzi al fine di sostenere il raggiungimento degli obiettivi dell’UE;
  • sostegno agli strumenti normativi esistenti: attuazione della normativa sulla cessazione della qualifica dei rifiuti (nazionale e caso per caso), criteri ambientali minimi (CAM) nell’ambito degli appalti pubblici verdi. Lo sviluppo/aggiornamento di end of waste (EOW) e CAM si rivolgerĂ  specificamente all’edilizia, al tessile, alla plastica, ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (WEEE). Vale la pena ricordare che EOW, CAM e incentivi fiscali sono i pilastri che sostengono la costruzione di catene del valore;
  • sostegno ai progetti di simbiosi industriale attraverso strumenti normativi e finanziari.

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