La biodegradabilità è la capacità di un materiale di essere degradato grazie all’attività enzimatica di microorganismi che trasformano le sostanze organiche di partenza in molecole inorganiche semplici: acqua, anidride carbonica e metano, senza ricorrere ad additivi artificiali e senza rilasciare sostanze inquinanti. Il processo di biodegradazione dipende dalle condizioni ambientali, dal materiale e dall'applicazione. Pertanto, la biodegradabilità dipende dalla composizione - struttura chimica della materia prima impiegata: le plastiche al 100% a base biologica (biobased) possono essere non biodegradabili, mentre plastiche al 100% a base fossile possono essere biodegradabili. Per approfondimenti: Bioplastics – European Bioplastics e.V. (european-bioplastics.org)
La compostabilità riguarda il fine vita di un prodotto ed è la capacità di una materiale organico di trasformarsi in compost mediante il processo di compostaggio, ovvero un che sfrutta la biodegradabilità dei materiali di partenza per trasformarli in compost. Quest’ultimo è, quindi, il prodotto biologicamente stabile, inerte e inodore della disintegrazione e biodegradazione “aerobica” (in presenza di ossigeno e in condizioni controllate) di rifiuti organici. Ricco in humus, in flora microbica attiva e in microelementi, il compost è la soluzione ideale contro la desertificazione dei suoli e l’impoverimento di carbonio nonché un prodotto di impiego agronomico (fertilizzante per florovivaismo, colture praticate in campo). Per approfondimenti: Cos'è il Compost - Consorzio Italiano Compostatori
La rinnovabilità riguarda l’origine delle materie prime impiegate che possiedono la capacità di rigenerarsi in tempi brevi (piante, alberi, loro derivati e scarti) differenziandosi dalle materie prime da fonte fossile (petrolio). Oggi vengono impiegate materie prime agro-based o di prima generazione, perlopiù piante ricche di carboidrati, e materie prime lingo-cellulosiche o rifiuti organici (materie prime di seconda e terza generazione), questi ultimi nella piena transizione al modello di economia circolare. Per approfondimenti: Feedstock – European Bioplastics e.V. (european-bioplastics.org)
EN 13432:2002 Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi.
Typi non habent
EN 17033:2018 Plastiche. Pellicole pacciamanti biodegradabili per uso in agricoltura e orticoltura. Requisiti e metodi di prova.
Specifica i requisiti per i film biodegradabili, fabbricati con materiali termoplastici, da utilizzare per le applicazioni di pacciamatura in agricoltura e orticoltura. La norma definisce:
Lo standard costituisce un riferimento certo per gli agricoltori, i distributori e le parti interessate e rispetto ai teli tradizionali, quelli biodegradabili in suolo possono essere lasciati sul campo e arati insieme al terreno quando esauriscono la loro funzione.
EN 16640:2017 Prodotti biobased - Contenuto di carbonio biobased - Determinazione del contenuto di carbonio biobased con il metodo del radiocarbonio
La norma specifica un metodo per la determinazione del contenuto di carbonio biobased applicabile a qualsiasi prodotto contenente carbonio, compresi i biocompositi, basato sulla misurazione del contenuto di 14C. Prevede tre metodi di prova da utilizzare per tale determinazione:
- Metodo A: Metodo del contatore a scintillazione liquida (LSC) (normativo);
- Metodo B: Beta-ionizzazione (BI) (informativo);
- Metodo C: Spettrometria di massa con acceleratore (AMS) (normativo).
Il contenuto di carbonio biobased è espresso come frazione della massa del campione o come frazione del contenuto totale di carbonio.