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MONDO DELLE BIOPLASTICHE

Per bioplastiche si intendono quei materiali e quei manufatti, siano essi da fonti rinnovabili che di origine fossile, che hanno la caratteristica di essere biodegradabili e compostabili. Il concetto di bioplastica si applica dunque a quei prodotti che nel fine vita garantiscono la riciclabilità organica certificata nei diversi ambienti (es. compostaggio, digestione anaerobica, suolo). L’uso di fonti rinnovabili, meglio se provenienti da sottoprodotti e scarti, è parte integrante, ma non sufficiente, di una bioplastica.
L’ uso di materie prime rinnovabili, infatti, è possibile anche nella produzione di polimeri tradizionali, per esempio il cosiddetto polietilene verde che si comporta, in fine vita, come quello da fonte fossile e non presenta dunque caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità. Questi prodotti possono essere qualificati come “plastiche vegetali”, per evitare confusione con le bioplastiche.

LA SITUAZIONE

Attualmente nel mondo si consumano all’incirca 322 milioni di tonnellate l’anno di prodotti plastici tradizionali, senza considerare le fibre sintetiche (fonte PlasticsEurope). La capacità produttiva mondiale di bioplastiche è di 4,16 milioni di tonnellate l’anno (fonte European Bioplastics).
I principali settori di applicazione sono quelli riconducibili alla raccolta differenziata della frazione organica e degli sfalci erbosi (sacchi e sacchetti per l’umido usati in migliaia di comuni italiani), all’imballaggio e al consumo di alimenti (film, posate, catering), per trasporto merci (buste per la spesa, sacchi igienici per primo imballo alimentare), all’agricoltura (film pacciamanti, vasetti).

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LA FRAZIONE ORGANiCA

Secondo l’ ultimo Rapporto ISPRA sui rifiuti urbani, datato 2017, la raccolta differenziata della frazione organica ha superato in Italia i 6,5 milioni di tonnellate, contro i 3,2 milioni della carta e il milione e trecentomila tonnellate della plastica. La frazione organica dunque, rappresenta oggi il flusso più importante dei rifiuti domestici raccolti separatamente rappresentando il 42% di tutte le raccolte differenziate in Italia.
Sempre secondo il rapporto ISPRA, nel corso dell’ anno 2016 sono stati prodotti oltre 4,2 milioni di tonnellate di compost, una quantità che porta l’Italia al secondo posto, dopo la Germania in termini di quantità prodotta.

IL CONTRIBUTO DELLE BIOPLASTICHE NELLA RACCOLTA E TRATTAMENTO DELLE FRAZIONI ORGANICHE

Secondo recenti dati del Consorzio Italiano Compostatori, oltre 120 mila tonnellate di materiali plastici vengono annualmente conferiti sotto forma di sacchi e sacchetti , confezioni di alimenti ed imballaggi vari agli impianti di compostaggio.
Sempre secondo alcune stime divulgate dal Consorzio Italiano Compostatori, le 120 milioni di tonnellate di materiali plastici diventano 480 milioni tonnellate di scarti da smaltire.


Questi materiali devono essere rimossi per evitare il deprezzamento del prodotto finito, il compost. Tale attività è costosa, non sempre efficace e provoca la perdita di grandi quantità di frazioni compostabili. Inoltre, le frazioni di plastica rimanenti rischiano di danneggiare la qualità finale del compost.
L’introduzione e l’uso di manufatti plastici compostabili, a partire dai sacchetti per la raccolta differenziata dell’umido domestico, contribuiscono in maniera determinante nel perseguimento degli obiettivi di raccolta delle pubbliche amministrazioni e di commercializzazione di compost di qualità da parte dei compostatori.

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